Rassegna teatrale di 'Teatro di Parola'
Venezia, giardino di Ca' Rezzonico
'Museo del '700 Veneziano'
Descrizione dell'iniziativa
Il progetto consiste nell'esecuzione e successiva messa in scena di quattro pièce teatrali estremamente diverse tra loro, ma con un filo conduttore unico dato dal genere commedia, e dalla sua storia dal '500 ad oggi, presentate ognuna in un fine settimana diverso, compreso nel mese di giugno 2008, all'interno del Museo del '700 Veneziano di Ca' Rezzonico.
Gli obiettivi prefissati dall'Associazione Culturale Ossesso, riguardano la promozione e la diffusione dell'attività teatrale in genere e del sopra citato progetto nel dettaglio, utilizzando gli elementi più significativi del Teatro di Parola, e organizzando, per mezzo di una gestione dettagliata e rigorosa, le rappresentazioni degli spettacoli, controllati in ogni singola parte.
La caratteristica predominante del progetto riguarda il coinvolgimento e la successiva interrelazione tra gli esponenti di specifici ambiti culturali, il pubblico presente, e gli operatori dell'evento rappresentato, dall'attività attoriale, a quella registica, organizzativa, scenografica, costumistica, tecnica.
Finalità
Il progetto Teatro in Museo propone allo spettatore, un percorso di duplice interesse, che investe la commedia sia per quanto riguarda l'evoluzione del linguaggio adottato in momenti storici diversi, che le prestazioni performative attoriali, legate a forme proto-teatrali fuse con la tradizione della commedia latina, alla Commedia dell'Arte, agli inserimenti di elementi fantastici nel racconto, all'utilizzo di maschere. Il tutto presentato in uno spazio scenico estremamente singolare, seppur teatrale, quale il giardino interno del Museo del '700 Veneziano di Ca' Rezzonico.
Per tale progetto sono stati scelti autori del veneto, che hanno contribuito a fornire allo spettatore una lettura particolare del teatro comico, evidenziandone le potenzialità e rafforzando la componente ironica, propria della commedia di ogni tempo. Si è pensato perciò di presentare una commedia di Angelo Beolco, detto Ruzante, in quanto autore di pregio che si rifà alla tradizione veneta dei mariazi, ossia dei matrimoni, in origine forme letterarie nel metro della frottola, scritte da poeti di professione, che davano voce, in genere due voci a contrasto, a un dissidio intorno a un matrimonio. Ruzante unisce la forma dei mariazi a quella della commedia latina, rafforzando l'uso e il confronto tra lingue differenti. Il plurilinguismo che di per sé arricchisce la commedia, viene tuttavia esaltato dalla volontà dell'autore di costruire un tipo di teatro immediato e spontaneo, da cui prenderanno ispirazione tutti gli attori della Commedia dell'Arte. Tale teatro è fortemente legato all'autore, che si occupa personalmente della messa in scena e che, nel caso di Ruzante, recita in prima persona.
Nella seconda metà del cinquecento cominciano a formarsi le prime compagnie di attori professionisti che, a poco a poco, si sovrappongono agli autori nelle decisioni registiche, nella scelta delle scene e anche nella manipolazione dei testi. In questo periodo nasce la Commedia dell'Arte, basata su canovacci che definiscono intreccio e personaggi, ma lasciano liberi gli attori di costruire la commedia secondo l'improvvisazione e i repertori di battute utilizzabili in situazioni ricorrenti. Grazie al binomio canovaccio-attore, viene esaltata la capacità mimica e la comicità del corpo. Nascono quindi le maschere.
Per tali ragioni si è pensato di inserire nel percorso di autori comici Carlo Gozzi che, oltre a difendere una costruzione tradizionale della commedia, quella impostata sulla scrittura del canovaccio in relazione all'improvvisazione attoriale, si oppone con forza ad altre forme teatrali del periodo, più concentrate sulla realtà della società veneziana, introducendo nella scrittura l'elemento fantastico, che favorisce un tipo di teatro di fantasia e immaginazione. Il testo gozziano comprende comunque forme dialettali proposte da figure tipiche della Commedia dell'Arte, altrimenti dimenticate, e unisce quest'ultime al linguaggio colto di personaggi illustri, mettendo entrambi in relazione a un mondo fiabesco e immaginario, come nel caso de L'Augellin Belverde, fiaba filosofica in cinque atti.
Proseguendo il percorso storico della commedia, un altro autore proposto, non molto rappresentato, ma necessario alla comprensione generale del progetto è Giacinto Gallina, il quale, nel XIX secolo, si pone il problema di cogliere e rendere le situazioni piccolo-borghesi o popolari, introducendo l'aspetto del vero, con l'ausilio di un dialogo scintillante e brioso. Gallina, soprattutto nel primo periodo di lavoro vicino alla struttura goldoniana del testo, indaga nel quadro dei costumi il carattere e l'animo dei personaggi rappresentati, innalzandone i valori veristi e cercando effetti di commozione, di esasperazione sentimentale, e di romanticismo.
In conclusione, viene presentato un testo di nuova drammaturgia, Skia, che segue le tracce proposte dagli autori finora citati, rafforzando il carattere doppio del testo teatrale, e ponendo in evidenza situazioni comiche del nostro tempo storico, in relazione a contesti storici passati, comunque di rilievo, esposti attraverso l'uso narrativo di figure fantastiche. Il linguaggio base adottato è l'italiano contemporaneo, con infiltrazioni date da forme dialettali, che marcano a livello sonoro il ritmo di recitazione, in relazione a strutture linguistiche di altri periodi storici, prese da canti e trionfi carnascialeschi popolari, tipici del teatro giocoso e farsesco della tradizione orale.
La particolarità dei testi, il rigore con cui vengono costruiti i progetti di regia, la duttilità di interpretazione degli attori, e la specificità del luogo di rappresentazione, determinano le intenzioni ideate nel corso del tempo sul progetto di Teatro in Museo. Tali intenzioni si prefiggono di costruire razionalmente istanti di riflessione sulla quotidianità sociale del nostro tempo, senza però dimenticare che il Teatro di Parola e del Gesto, per come viene inteso dall'Associazione Culturale Ossesso, rientra il quella disciplina artistica atta al divertimento degli operatori e del pubblico presente, nel rispetto dei ruoli impostati e della professionalità con cui i suddetti ruoli vengono trasmessi agli spettatori.
Iniziativa realizzata grazie al sostegno di
Fondazione di Venezia
Regione Veneto
Provincia di Venezia - Assessorato alla Cultura
Comune di Venezia - Assessorato alla Produzione Culturale
Municipalità di Venezia, Murano, Burano
Esu Cultura
Si ringrazia
lo staff dei Musei Civici Veneziani, con particolare attenzione a quello del Museo del '700 Veneziano di Ca' Rezzonico
Si ringrazia inoltre
Massimo Cacciari, Gian Domenico Romanelli, Luana Zanella, Caterina Marcantoni, Monica da Cortà Fumei, Riccardo Bon, Filippo Pedrocco, Pino Musolino, Rossana Papini, Marco Borghi, Davide Cristante
Un ringraziamento particolare a
Caterina Bonelli, Atanas Georgiev, Mauro Marri, Matteo Torcinovich, senza i quali non si sarebbe potuto realizzare l'evento
Si ringrazia per la collaborazione
Federico Bizzarini, Federica Camali, Claudia Corò, Sara Draghi, Marco Ferracuti, Giorgia Franzoi, Maria Muciaccia, Ester Vianello, Daniele Zanta
Si ringraziano gli attori
AnaMaria Aguilera, Luisa Belviso, Luca Brazzolotto, Elena Brunetta, Valentina Carpenedo, Silvia Costantini, Diana Dal Prà, Veronica Dominioni, Adriano Farella, Giorgia Gallina, Silvia Galluccio, Atanas Georgiev, Luigi Guerrieri, Laura Longinotti, Alessandro Maione, Igor Marchetti, Dario Masciello, Claudio Michelazzi, Mattia Piombino, MariaElena Piovesan, Nicolò Polesello, Antonella Tranquilli, Marouane Zotti
Agli attori vanno i ringraziamenti più sinceri. Con la loro energia e generosità hanno saputo potenziare al meglio ogni singola rappresentazione della rassegna Teatro in Museo. Lavorare con persone così appassionate è stato un grande privilegio.
Gloria Deandrea