Dramma storico in atto unico
di Gloria Deandrea

 

 

Sinossi
La vicenda si svolge durante la 1a Guerra Mondiale, in un periodo di tempo compreso fra il 1914 e il 1918, ed espone alcuni dei fatti accaduti nel conflitto, tra due nazioni direttamente e inevitabilmente coinvolte: Italia e Austria-Ungheria. Tra i personaggi interessati, particolare attenzione viene data ai militari, visti in molte delle loro sfaccettature, dalla figura eroica al disertore, dal socialista all’irredento, dall’ufficiale al soldato semplice, tutti operativi alla difesa del fronte italiano. In parallelo, intervengono alcuni personaggi borghesi, che pongono in evidenza le condizioni di Venezia in questo periodo, chiusa dentro alla morsa del conflitto, sia per la posizione geografica che politica, in quanto città italiana di dominio austriaco. Ne derivano tensioni continue, non prive d’ironia, seguite entrambe da istanti di amarezza, e volontà di riscatto.
I personaggi sopra citati si distinguono in due tipologie: i narratori, e i personaggi riconoscibili tra reali e irreali. I primi, hanno preso parte alla guerra, e su questa hanno scritto, contribuendo alla divulgazione di una letteratura diaristica che ha regalato pagine di interesse storico-narrativo. Tali figure, compiono direttamente l’azione scenica, e identificano se stessi, all’interno dei contesti da loro descritti; non presentano evoluzione drammaturgica, in favore dell’attenzione visivo-verbale che gli episodi necessitano, all’interno della composizione generale dell’opera. Per quanto riguarda i secondi tipi, alcuni appartengono ai diari sopra citati, e sono figure realmente esistite, inserite, dagli autori stessi, con nomi differenti, all’interno degli episodi. Altri, sono figure irreali, di servizio all’unità del testo, e fungono da sostegno all’azione scenico-verbale che gli attori sono tenuti a compiere. Ogni personaggio è un tassello necessario alla rappresentazione, perché individua una parte specifica dell’Italia in guerra, identificando e rafforzando i contenuti, per porre le basi alla ridefinizione dei confini nazionali, ed a una successiva, difficile ma necessaria, riappacificazione.

 


ATTO III
5 attori in scena, che ricoprono diversi ruoli

 

Personaggi
Ruolo in ordine alfabetico

Alpino in servizio con Jahier

Araldo lettore dell'editto di Francesco Giuseppe d'Austria

Pietro Badoglio generale, sottocapo di stato maggiore del Regio Esercito

Casagrande alpino, in servizio con Monelli

Enrico Caviglia generale dell’8a Armata sul Piave

Gaetano Giardino generale della 4a Armata, anche nota come Armata del Grappa

Armando Diaz generale, capo di stato maggiore del Regio Esercito

Maggiore di fanteria (ufficiale dell'esercito)

Morti figure di soldati – mimi

Ombre figure astratte – mimi

Orlando presidente del Consiglio dei Ministri

Portaordini degli alpini

Segretario inserviente del sindaco di Venezia

Sergente 1/2/3 a servizio dei superiori, tramite ai soldati

Soldato A/D/G socialista/interventista/barelliere

Soldato B/E/H irredentista/disertore/ferito-portaordini

Soldato C/F analfabeta/barelliere

Sottotenente degli alpini (ufficiale)

Stringari colonnello degli alpini (ufficiale)

Tenente Colonnello di fanteria (ufficiale dell’esercito)

 

Personaggi narratori
Ruolo in ordine alfabetico

Luigi Gasparotto tenente, poi Ministro della Guerra ‘21-‘22 (uff. di complemento)

Filippo Grimani sindaco di Venezia

Piero Jahier sottotenente degli alpini (ufficiale di complemento)

Emilio Lussu tenente, poi capitano di fanteria (ufficiale di complemento)

Paolo Monelli tenente, poi capitano degli alpini (ufficiale di complemento)

Elia Musatti deputato socialista veneziano

Scipio Slataper triestino, cittadino austro-ungarico, volontario nell’EI italiano

Giani Stuparich triestino, cittadino austro-ungarico, volontario nell’EI italiano

 


Nota al testo
La pièce è strutturata seguendo gli avvenimenti storici di riferimento; di conseguenza, le scene, indipendenti fra loro, sono impostate con ordine cronologico. Tali scene si distinguono per luoghi d’azione: Venezia, Trieste, Vicenza e fronti di battaglia.
L’excursus su Venezia, pone in evidenza la realtà cittadina durante la guerra, i successivi disordini, e la sua impossibilità di difesa ai bombardamenti aerei austriaci. Una città paralizzata dagli eventi bellici, che subirà nel tempo, più di altre, gli effetti dello sfollamento della popolazione.
A Trieste è dedicata una breve scena, per dare la possibilità allo spettatore di comprendere appieno, così da poter sviluppare le dovute considerazioni, quale fosse la condizione dei popoli di confine nel periodo prebellico, italiani di fatto, appartenenti, però, ad un’altra autorità: l’Impero Austro-Ungarico.
I fronti, invece, più dinamici nella composizione, si suddividono in situazioni distinte per luogo e condizione: trincee da scavare e cime da scalare, fanti e alpini che combattono e discutono, soldati e ufficiali di carriera e di complemento, tutti a confronto con la realtà imposta dalla guerra mondiale.
Nella pièce non è presente la figura del ‘primattore’. Ciascun personaggio, appartenente alle scene sopra citate, compie un’azione scenica, sia verbale che gestuale, di rilevanza e sostegno alla struttura del testo. Ogni attore riveste un ruolo ragguardevole alla riuscita dell’opera teatrale, alcuni anche ruoli doppi, in favore di un’esposizione collettiva degli eventi, che evidenzia le caratteristiche proprie del dramma storico. Inoltre, le scene possono essere ridotte o aumentate, a seconda delle esigenze registiche, nell’eventualità decisa dal direttore, di dare maggior valore ad alcuni eventi piuttosto che ad altri, o per adattare il testo alla durata temporale stabilita; per tali ragioni, ogni singola scena, è stata costruita in modo autonomo.

NB Il testo sopra descritto appartiene al genere dramma. È importante porre in evidenza il fatto che, all’origine del termine (la parola drama, utilizzata prima da Aristotele nella sua Poetica, poi da Orazio, nell’Ars Poetica, è coincidente con l’azione scenica), appartengono i tipi: commedia e tragedia. Di conseguenza, per una buona riuscita della pièce, gli attori sono tenuti a compiere azioni sceniche ben definite; a mantenere, quindi, linguaggio e gestualità leggeri, in contrapposizione a più gravi manifestazioni, utilizzando le capacità ironiche, graffianti e canzonatorie, necessarie per sostenere i temi citati.

 


Scena 1 – Filippo Grimani
1914 – Venezia: resoconto al Governo Italiano

Novembre 1914 Relazione al Governo, sulle condizioni della città di Venezia.
In scena il sindaco Filippo Grimani, in piedi, in penombra; il suo segretario, seduto alla scrivania (praticabile ribaltato).
Fatti storici novembre 1914 – lettera del sindaco al Governo Italiano.

Oggetto (lavagna in proscenio, con indicato l’anno corrispondente – 1914)
Luce (faro sul segretario, a sx; il sindaco resta in ombra, avanzato a sx)
Grimani (detta la lettera allo scrivano) Novembre 1914.
Segretario (capo chino sul foglio bianco; immobile)
Grimani (volta il capo verso il segretario; imperativo) Scrivi al Governo.
Segretario (si attiva con le braccia, senza mai sollevare il capo)
Grimani (al pubblico; scoraggiato) Non è più lo spettacolo di una crisi, è l’immagine di una rovina. Punto. Laboratori chiusi, cantieri agonizzanti, negozi mantenuti in esercizio per rispetto delle apparenze, banchine pressoché inerti, operai disoccupati a centinaia per ogni categoria, circa diciottomila persone che vivono a cinque soldi il dì, quasi un ottavo della popolazione! Senza contare i molti lavoratori che possono dare poco alle loro famiglie, numerosi i prefetti di sloggio, le case ormai sguarnite di oggetti, anche i più umili, da portare al ‘Monte di Pietà’. Punto. Una diffusa tristezza; una crescente sfiducia; un sordo brusio di voci irose contro l’iniquità della sorte, di cui è fatta responsabile l’opera degli uomini. Due punti: questo lo stato economico e morale della città di Venezia al principio della stagione, che è pur sempre priva di risorse, e perciò di difese, e che impone i disagi peggiori. Punto.
(tratto da ‘La crisi economica della città di Venezia. Relazione al Governo’, Venezia, novembre 1914, in ‘Storia di Venezia’)
Segretario (piega la lettera e la pone dentro alla busta; continuando a scrivere) Mittente: Filippo Grimani, sindaco di Venezia.
Luce (via faro; esce il segretario, resta Grimani in fermo-scena. Nb il segretario, si reca in proscenio a cambiare data, prima di uscire)

 


Scena 2 – Filippo Grimani, Elia Musatti
1915 – Venezia: situazione generale

Marzo 1915 Discussione tra Grimani e Musatti.
In scena il sindaco Filippo Grimani, in piedi; Elia Musatti, deputato socialista. NB 4 ombre.
Fatti storici 5 marzo 1915 – il Comune di Venezia non è più in grado di corrispondere buoni alimentari ai cittadini.
26 aprile 1915 – l’Italia stipula il ‘Patto di Londra’, impegnandosi ad entrare in guerra entro un mese a fianco di Francia, Inghilterra e Russia.

Oggetto (lavagna in proscenio, con indicato l’anno corrispondente – 1915)
Luce (contro)
Ombre (entrano quattro figure che si rincorrono, si azzuffano, urlano, compiendo un’azione mimica necessaria ad evidenziare quale campo di scorrerie è divenuta la città di Venezia; escono dopo alcuni secondi)
Luce (via contro; faro sul sindaco a sx)
Musatti (entra nervoso) Cosa pensa di fare signor Sindaco? Vuol rimanere lì. Fermo. Immobile come una statua, o ritiene di dover intervenire?
Grimani Perfetto. Ci mancava un socialista.
Musatti Sa che lei è il primo cittadino?
Grimani E lei sa che è un deputato?
Musatti E allora?!
Grimani (irato, con tonalità maggiore) Allora vada a fare il deputato, Musatti, e mi lasci lavorare per il bene della città.
Musatti (con timbri differenti) Il bene della città? Il bene della città? Vede cosa sta succedendo?!
Grimani Vedo.
Musatti Sente i tumulti?!
Grimani Sento.
Musatti Ci sono in ogni angolo della città. E non per il suo bene!
Grimani E allora?!
Musatti Allora faccia qualcosa!
Grimani Sa quanti Consigli ho tenuto? E quanti resoconti ho inviato al Governo? Per non parlare delle richieste di stato d’emergenza! Ora devo dichiarare che il Comune non ha più i mezzi per far fronte alla somministrazione dei buoni alimentari. E lei pensa ai tumulti!
Musatti Penso alla popolazione! I tumulti sono la conseguenza di una mancanza di pensiero. E lei cosa pensa di fare?!
Grimani Avv…
Musatti (interrompendolo bruscamente) …ha chiesto questi mezzi al Governo?
Grimani Avvocato Musatti, se mi lascia parl…
Musatti …prego.
Grimani (pausa di due secondi) Li ho chiesti. Ma il Governo ha esplicitamente dichiarato che non può, coi mezzi di legge di cui dispone…
Musatti …che cambi la legge!
Grimani Sovvenire le casse del Comune di Venezia, mediante contributo diretto…
Musatti …che faccia una legge speciale!
Grimani E che, d’altronde, non intende fare una legge speciale per Venezia…
Musatti …perché mai!!
Grimani Perché creerebbe un precedente pericoloso.
Musatti (in crescendo) E incrementare la violenza tra i residenti non è pericoloso?!
Grimani Riporto quanto mi è stato detto.
Musatti (in crescendo) Lasciare donne azzuffarsi per il pane non è pericoloso?!
Grimani Non faccio morale spicciola.
Musatti (in crescendo) Ragazzini processati per scorribande non è pericoloso?!
Grimani Preferisco evitare qualsiasi giudizio.
Musatti (in crescendo) Cittadini che perdono la dignità di uomini perché privati del proprio lavoro non è pericoloso?!
Grimani (irato, con tonalità elevata) Stiamo per entrare in guerra!
Musatti Non si dice guerra, ma fronte.
Grimani È in ballo l’avvenire della nostra patria!
Musatti Non si dice patria, ma nazione.
Grimani Dovremo essere pronti alla battaglia!
Musatti Non si dice battaglia, ma azione. Smetta di usare termini risorgimentali!
Grimani Cosa sta dicendo, Musatti?! La guerra, è guerra in qualsiasi epoca! (duro, ricomponendosi) Cerchi di comprenderlo.
Musatti Lo comprendo.
Grimani O, se preferisce, può continuare la sua propaganda antimilitarista, facendo attenzione ai nomi. E consideri le dovute conseguenze.
Musatti Lo farò senz’altro.
Grimani L’avvocato è lei.
Musatti Anche lei.
Grimani Cosa vuole che le dica?
Musatti Niente. Non dica niente. Rimanga così. Fermo come una statua. In attesa del ‘Patto di Londra’.
Entrambi (in fermo-scena per qualche secondo)
Luce (via faro a sx)

 

To be continued…

 


APPENDICE
Narratori

Luigi Gasparotto – ‘Diario di un Fante’, Milano, Fratelli Treves, 1919
*Sacile (Pn) 31 maggio 1873, †Roccolo di Cantello (Va) 29 giugno 1954
Di ideali democratici e laici, consegue la laurea in Giurisprudenza all’Università di Milano, città in cui esercita la professione. Nel 1913, viene eletto deputato al Parlamento del Regno d’Italia. Radicale, interventista, si arruola volontario nella Prima Guerra Mondiale, conseguendo tre medaglie d’argento al VM. Dal 1921 al 1922, esercita l’incarico di Ministro della Guerra nel governo Bonomi.

Filippo Grimani
*Venezia 4 giugno 1850, †Roma 5 dicembre 1921
Dei Grimani del ‘ramo’ di San Luca, proviene da una delle famiglie più illustri del patriziato veneziano. Dopo gli studi classici, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova, per intraprendere successivamente carriera diplomatica. La scomparsa del padre lo costringe ad abbandonare le sue ambizioni per dedicarsi ai possedimenti e all’attività politica. Eletto sindaco di Venezia proprio nel periodo coincidente con la Prima Guerra Mondiale, dal 19 luglio 1920 al 7 aprile 1921, riveste l’incarico di membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle gestioni per l’assistenza alle popolazioni e per la ricostruzione delle terre liberate, del Regno d’Italia.

Piero Jahier – ‘Con me e con gli alpini’, Roma, Edizioni de ‘La Voce’, 1920
*Genova 11 aprile 1884, †Firenze 10 settembre 1966
Le origini del cognome sono francesi. Nel 1911 consegue la laurea in Giurisprudenza all’Università di Urbino. Qualche tempo dopo lo scoppio della Guerra, nel 1916, si arruola volontario negli Alpini, col grado di sottotenente. Al fronte cura la pubblicazione del Giornale di Trincea ‘L’Astico’, al quale continua a collaborare anche a fine guerra, nel suo proseguimento ‘Il Nuovo Contadino’.

Emilio Lussu – ‘Un anno sull’Altipiano’, Parigi, 1938
*Armungia (Ca) 4 dicembre 1890, †Roma 5 marzo 1975
Nel 1915 si laurea in Giurisprudenza a Cagliari. Allo scoppio della Guerra si schiera con gli interventisti democratici perché l’Italia entri nel conflitto contro gli Imperi Centrali. Valoroso combattente, viene promosso fino al grado di capitano nel 151° Fanteria, della Brigata Sassari, e decorato con due medaglie d’oro e due di bronzo al VM. Nel 1916, la Brigata è inviata sull’Altipiano di Asiago, affrontando una dura lotta di posizione, nel tentativo di creare un fronte che resistesse a qualunque costo alla discesa degli austriaci verso Vicenza e Verona.

Paolo Monelli – ‘Le scarpe al sole’, Bologna, Cappelli Editore, 1921
*Fiorano Modenese (Mo) 15 luglio 1891, †Roma 19 novembre 1984
Laureato in Giurisprudenza a Bologna. Interventista, si arruola volontario. È assegnato al Battaglione Alpini ‘Val Cismon’, del 7° Reggimento Alpini, col grado di sottotenente. Nel 1916, combatte in Valsugana, (1a medaglia di bronzo al VM), ed è promosso tenente. Nella Battaglia dell’Ortigara, del 1917, (2a decorazione) viene posto al comando della 301a Compagnia del Battaglione Alpini Sciatori ‘Monte Marmolada’ e promosso Capitano; sul Monte Tondarecar, (3a medaglia – novembre 1917); cade prigioniero il 5 dicembre, viene condotto prima a Trento, poi al castello di Salisburgo, da cui tenta, invano, la fuga.

Elia Musatti
*Venezia 15 aprile 1869, †Venezia 3 settembre 1936
Iscritto a Giurisprudenza all’Università di Pavia, terminerà gli studi a Roma. Proviene da una delle famiglie ebree più importanti di Venezia, vantando un parentado illustre: figlio di Giuseppe, anch’egli avvocato e noto industriale, nipote di Eugenio, storico e socio dell’Ateneo Veneto, e di Cesare, medico pediatra, tra i pochi in Italia. È il primo deputato socialista della città insulare, eletto per ben cinque legislature consecutive, dal 1909 al 1929. Attivo durante la Prima Guerra Mondiale, e molto popolare tra il proletariato.

Scipio Slataper – ‘I confini necessari all’Italia’, Torino, L’Ora Presente, 1915
*Trieste 14 luglio 1888, †Piedimonte del Calvario (Go) 3 dicembre 1915
Di ascendenze italiane e boeme, si trasferisce a Firenze per laurearsi in Lettere, con una tesi su Ibsen. Pur essendo critico nei confronti delle tesi irredentiste, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruola volontario nel Regio Esercito Italiano, raggiungendo il grado di sottotenente di Fanteria, nel 1° Reggimento ‘Re’. Muore al fronte, sul Monte Podgora (toponimo sloveno di Piedimonte del Calvario, ora nel comune di Gorizia). Per il suo sacrificio, gli viene assegnata la medaglia d’argento al VM, alla memoria.

Giani Stuparich – ‘La guerra del ’15. Dal taccuino di un volontario’, Milano, Fratelli Treves, 1931
*Trieste 4 aprile 1891, †Roma 7 aprile 1961
Nasce a Trieste da padre lussignano (Lussino, Croazia) e madre triestina. Iscritto all’Università di Praga, si trasferisce a Firenze, per poi laurearsi in Letteratura Italiana. Allo scoppio della Guerra si arruola volontario, divenendo sottotenente nel 1° Reggimento dei Granatieri di Sardegna. Col fratello Carlo e Slataper, combatte prima sul Carso, e poi su Monte Cengio (Altipiano dei Sette Comuni). Ferito due volte, viene internato in cinque campi di concentramento austriaci. Il 2 luglio 1918 riceve la medaglia d’oro al VM.

 


Bibliografia sulla Grande Guerra

AAVV
1915-1918 LA GUERRA SUGLI ALTIPIANI
testimonianze di soldati al fronte
a cura di Mario Rigoni Stern
prefazione di Carlo Azeglio Ciampi
2000, Neri Pozza Editori, Vicenza
in particolare, testi di:
-  Luigi Gasparotto, Diario di un Fante
- Piero Jahier, Con me e con gli alpini
- Emilio Lussu, Un anno sull’Altipiano
- Paolo Monelli, Le scarpe al sole

AAVV
1916 LA STRAFEXPEDITION
gli altipiani vicentini nella tragedia della grande guerra

a cura di Vittorio Corà e Paolo Pozzato
prefazione di Mario Rigoni Stern
introduzione di Mario Isnenghi
2003, Edizioni Gaspari, Udine

AAVV
LA GRANDE GUERRA
storia della terra e del suo popolo
2008, Regione Veneto, Assessorato alle Politiche dell’Istruzione e della Formazione

AAVV
LA GRANDE GUERRA E LA MEMORIA
nel museo della battaglia di Vittorio Veneto
a cura di sintesi&cultura
cura editoriale e redazione di Patrizia Dal Zotto, Maria Cavasin, Silvia Bevilacqua
2008, Edizioni Kellermann, Vittorio Veneto

AAVV
STORIA DELLA CULTURA VENETA
Veneto e Italia di fronte alla Grande Guerra
1987, Neri Pozza Editori, Vicenza
testi di:
- Riccardo Bauer, sulla battaglia di Monte Cucco, del 1917
- Amleto Benedetti, sulla sua esperienza di soldato socialista
- Gustavo Rodolfo Ceriello, sul Carso nel 1916
- Giuseppe ed Eugenio Garrone, Lettere e diari di guerra 1914-1918
- Tullio Marchetti, in K. Schneller, 1916 mancò un soffio
- Giovanni Mira, sulle terre irredente; sulla battaglia di Vittorio Veneto
- Adolfo Omodeo, Lettere 1916
- Ferruccio Parri, sugli interventisti; sulla trincea tra Asiago e il Carso; sulla battaglia di Vittorio Veneto
- Ernesto Rossi, sulla battaglia di Monte Cucco, del 1917
- Giovanni Visconti Venosta, Ricordi di gioventù. Cose vedute o sapute

AAVV
STORIA D’ITALIA
le regioni dall’Unità ad oggi
1984, Einaudi, Torino
- Testo di Mario Isnenghi – Il Veneto

AAVV
STORIA DI VENEZIA
l’Ottocento e il Novecento
a cura di Mario Isnenghi e Stuart Woolf
2002, Treccani, Roma
fatti storici e testi di:
- 5 marzo 1915 – Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale di Venezia. Seduta pubblica.
- 20 marzo 1915 – Il Gazzettino. Nuovi tumulti a Venezia.
- 1915-1916 – La difesa della città.
- 1917 – I giorni dell’invasione.
- 1917-1918 – L’esodo della popolazione.
- 1918 – La vita in città.
- Filippo Grimani, sulla condizione di Venezia
- Elia Musatti, sulla condizione di Venezia

Antonio Baldini
NOSTRO PURGATORIO
fatti personali del tempo della guerra italiana 1915-18
1918, Fratelli Treves, Milano

Mario Bartoli, Dario Fontanive, Mario Fornaro
DALLA MARMOLADA AL PIAVE
diari e testimonianze della Grande Guerra 1915-1918
1995, Edizioni Turismo Veneto, Venezia-Mestre

Giovanni Comisso
GIORNI DI GUERRA
1960, Longanesi, Milano

Gustavo Corni, Eugenio Bocciol, Angelo Schwarz
INEDITI DELLA GRANDE GUERRA
immagini dell’invasione austro-germanica in Friuli Venezia Giulia e in Veneto
a cura di Bruno Callegher e Adriano Miolli
prefazioni di Erich Hillbrand, Mario Isnenghi, Richard Georg Plaschka
2008, Nuova Dimensione, Portogruaro

Ugo Facco de Lagarda
CRONISTORIA DEI FATTI D’ITALIA 1900-1950
1975, Edizioni Pan, 1975
in particolare:
- Capitolo III – La Grande Guerra
- Capitolo IV – La situazione europea, l’Italia e D’Annunzio

Luigi Gasparotto
DIARIO DI UN FANTE
1919, Fratelli Treves, Milano

Piero Jahier
CON ME E CON GLI ALPINI
1920, Edizioni de ‘La Voce’, Roma

Emilio Lussu
UN ANNO SULL’ALTIPIANO
1938, Mondadori, Milano

Paolo Monelli
LE SCARPE AL SOLE
1921, Cappelli Editore, Bologna

Anco Marzio Mutterle
LA GRANDE GUERRA NELL’OPERA DI DUE SCRITTORI VENETI
Giovanni Comisso e Giani Stuparich
1965, Stamperie di Venezia, Venezia

Scipio Slataper
I CONFINI NECESSARI ALL’ITALIA
1915, L’Ora Presente, Torino

Giani Stuparich
COLLOQUI CON MIO FRATELLO
1925, Fratelli Treves, Milano

Giani Stuparich
GUERRA DEL ‘15
dal taccuino d’un volontario
1931, Fratelli Treves, Milano

Giani Stuparich
RITORNERANNO
1941, Garzanti, Milano

Alessandro Zaltron
1918-2008 PICCOLE MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA
un libro fotografico sui luoghi del fronte veneto
con fotografie di Loris Menegazzi, Colin Dutton, Arcangelo Piai, Giovanni Simeone
2008, Edizioni Canova, Treviso

 

La bibliografia riportata, essenziale nella presentazione, riguarda solo una piccola parte del materiale cartaceo di documentazione, visionato, insieme a filmati e registrazioni, sul tema della Grande Guerra.